(AGENPARL) – Roma, 06 apr 2016 – L’allocuzione del Gran Maestro Stefano Bisi alla
Gran Loggia 2016.
Amatissimi Fratelli, gentilissime signore, gentili signori, graditi ospiti
Grazie a tutti di essere qui. Per noi liberi muratori è un preciso dovere e un diritto
partecipare ai lavori annuali della Gran Loggia che si svolgono a Rimini. Fa parte del
nostro quotidiano impegno di essere massoni e della consapevolezza di
doverci continuamente migliorare con il confronto, con il dialogo, che fanno crescere la
nostra Comunione, che in Europa continua con il vento in poppa la sua fase di
arricchimento numerico e qualitativo delle colonne. Ad oggi i liberi muratori del Grande
Oriente d’Italia sono 22.703 e sono presenti in tutte le province italiane. Da qualche
settimana anche a Matera.
Purtroppo, dopo tanti anni, ci manca il sorriso di Renato Boeri, passato all’Oriente
Eterno il giorno di Pasqua.
Per gli ospiti, fra i quali numerosi familiari, amici, amanti del libero pensiero e della
laicità, oppure per chi si trova qui stasera per la prima volta e vuole soddisfare la propria
curiosità, è l’occasione per conoscere da vicino la nostra meravigliosa storia, la nostra
ultrasecolare progettualità finalizzata, anche attraverso la solidarietà, e il lavoro nei
templi ed esterno, esclusivamente a beneficio dell’Uomo e della Società in cui vive.
Stasera e negli altri due giorni di lavori in questo Palacongressi tutti Voi potrete vedere
migliaia e migliaia di volti. Sono quelli di tantissimi fratelli, massoni volenterosi e
laboriosi che non usano cappucci per nascondersi, e che orgogliosamente indossano un
grembiule, dei guanti bianchi e mostrano uno straordinario senso di appartenenza alla
Massoneria del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani. Sono certo che chi lo vorrà
potrà conoscere la Libera Muratoria Universale come essa è realmente, bandendo tutti
gli stereotipati, spesso beceri ed accusatori luoghi comuni.
Non tutti i fratelli del Grande Oriente sono qui. Molti sono a casa o negli ospedali. Ne
ricordo uno, per tutti. Si chiama Francesco, combatte una battaglia dura, ma la vincerà.
I liberi muratori sono uomini di ieri, di oggi e di domani. Sono uomini della Tradizione e
di una nobile Arte, sono uomini senza tempo e senza età che vanno perennemente ad
una scuola speciale, dove si insegnano le dure materie della fratellanza, dell’umiltà, della
Ugo Giano
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tolleranza, della solidarietà, dell’amore e dove, attraverso una lunga e paziente pratica,
si rinvigoriscono le virtù e si dominano, non senza fatica, i vizi.
Noi Massoni siamo eterni operai di un cantiere infinito. Ognuno ci mette la propria
passione, il proprio impegno, il coraggio, i propri talenti. Noi Liberi Muratori siamo come
Alberto, che viveva nelle montagne del Casentino. Da vecchio non riusciva più andare
in loggia. La sera della tornata si chiudeva nella sua stanza e leggeva il rituale da solo.
Noi siamo come Silvano, 92 anni, di Massa marittima. Mi ha detto: “Alla mia età mi devo
fermare”. Ha 92 anni. Ma con il cuore c’è. È qui con noi.
Siamo come Michele di Vasto, in Abruzzo. Un anno e mezzo fa durante una tornata
rituale fece una domanda insolita al maestro venerabile: “Vorrei abbracciare il gran
maestro”. Aveva capito che il suo gran maestro, in quel momento più che mai, aveva
bisogno di un abbraccio fraterno. Noi siamo come il mitico Masuccio di Alghero. Come
Aurelio di Locri, che ogni mattina con una mail augura ai fratelli una buona giornata dal
cuore della Calabria, di quella regione che avrebbe sostenuto la mia elezione con la forza
della ‘ndrangheta, e’ stato detto. Vergogna, vergogna, vergogna.
Michele, Aurelio, Silvano, Francesco, Masuccio sono virtualmente presenti.
Noi siamo questi, i liberi muratori del terzo millennio sono questi.
Le nostre coscienze sono pulite, così come le nostre azioni e le nostre idee che in
questo difficile momento sono rivolte all’Italia, la nostra meravigliosa Nazione.
Noi del Grande Oriente, pensiamo con forza e intatta fiducia alla nostra amata
Repubblica che fra qualche mese compirà 70 anni. Una bellissima signora in abito
tricolore che merita ammirazione, dignità e rispetto. Come merita dignità e rispetto la
nostra Costituzione, nei cui articoli sono elencati in maniera chiara ed efficace, senza
interpretazioni e vacui giri di parole, gli ineludibili e sacri principi di libertà, uguaglianza,
solidarietà, fratellanza. Una “Costituzione da amare”, come l’amò Meuccio Ruini,
massone del Grande Oriente d’Italia, e presidente della Commissione dei 75, che
partecipò alla redazione della Carta insieme a tanti altri padri nobili.
È anche per ricordare il loro grande esempio e la loro infinita aspirazione di dare all’Italia
un futuro di pace e serena operosità, che noi uomini del Grande Oriente d’Italia abbiamo
sentito e sentiamo particolarmente questa ricorrenza, ed abbiamo inteso celebrarla
adeguatamente organizzando una significativa serie di convegni in tanti luoghi simbolo
del Paese. Luoghi di lavoro e di diritti al lavoro come Terni e Piombino. Luoghi di
integrazione come la moschea di Colle Val d’Elsa. Luoghi di spiritualità come il tempio
valdese di Torre Pellice.
Luoghi in cui ri-unire l’Italia e non ri-dividerla, come Reggio Calabria Lipari e il Sud.
Luoghi in cui parlare di valori e di principi da perseguire. Per parlare di cultura, scuola,
merito, diritti. Parlare di un nuovo sogno possibile: quello di contribuire tutti insieme
alla rinascita del nostro Paese. Nei nostri piccoli e grandi comuni, sul mare e in
montagna facciamo tutti e spediamo nel mondo un gigantesco selfie con l’hashtag #io
amo la Repubblica, io sono l’Italia. Un’Italia che deve diventare il laboratorio della
speranza, come ci ha invitato a fare il presidente del consiglio Matteo Renzi.
Rispondiamo così, rinnovando l’amore per l’Italia, a chi pensa che con la globalizzazione
e l’Era del virtuale l’identità nazionale sia roba da mettere in secondo piano assieme ai
forti valori sui quali è nata la nostra nazione e sui quali dobbiamo batterci per
consentire al Paese di avere un futuro solare e che tuteli i diritti di ogni uomo.
Come ha fatto Marco Pannella, paladino dei diritti umani e civili.
E a proposito di diritti, noi del Grande Oriente d’Italia da tempo ne reclamiamo uno a
gran voce: nel pieno rispetto delle Leggi e con un’inesauribile energia, non ci
stancheremo mai di rivendicare la piena attuazione di quell’accordo con il Senato e il
Ministero delle Finanze che ci riconoscevano dopo anni di lettere e carta bollata, quei
120 metri quadri di Palazzo Giustiniani, la nostra antica e amata casa, per realizzare il
museo della Massoneria italiana.
Ebbene, noi quel museo lo desideriamo più di ogni altra cosa. Noi quel museo lo
vogliamo fare! Ecco perché stiamo percorrendo tutte le vie possibili e siamo pronti
anche ad esperire quella di ulteriori azioni pur di ottenere quello che ci spetta.
Dobbiamo realizzarlo il Museo della Massoneria in memoria e in segno di eterna
gratitudine per tutti gli uomini che hanno contribuito a fare l’Italia. Uomini coraggiosi,
forti e saggi come il Gran Maestro eletto Achille Ballori che, come si è potuto sentire
nella bella e drammatica ricostruzione curata dal nostro appassionato bibliotecario Dino
Fioravanti, in quel palazzo perse la vita per mano armata di un folle cui qualcuno aveva
fatto credere che i suoi problemi derivavano dalla Massoneria. Queste sono le chiavi di
quel palazzo. Le abbiamo ritrovate durante un trasloco. Con queste chiavi il nostro
fratello Mario Sacconi ha chiuso per l’ultima volta quella porta. Mario ha novant’anni,
vive a Roma. Mi dice spesso: “Gran Maestro, vorrei tornare a Palazzo Giustiniani prima
di passare all’oriente eterno”. E Mario ci deve tornare. deve essere lui a riaprire quella
porta. Dobbiamo farlo per lui. Mario è al telefono, ora, collegato con tutti voi. Vi vuole
salutare…
Quella porta vogliamo riaprirla per Mario ma anche per tutti noi. Ce lo meritiamo. Sì,
possiamo gridarlo ad alta voce senza paura di nessuno, noi liberi muratori del terzo
millennio lo meritiamo ampiamente per l’impegno, il coraggio e la passione che ci
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mettiamo e continueremo a mettere. Lo meritiamo per il grande cuore che abbiamo
dimostrato di possedere e per la nostra benefica azione che da qualche tempo è vista
sotto una luce diversa, e direi significativa, anche da chi ci ha persino scomunicati.
Noi non siamo una Religione né una Chiesa, né vogliamo diventarlo. Siamo solo una
grande Istituzione che oggi viene guardata senza pregiudiziali anche dalla Chiesa. Come
non essere lieti del fatto che il cardinale Gianfranco Ravasi ha scritto di dialogo con i
massoni, di valori comuni e condivisi sui quali confrontarsi superando ottuse chiusure e
abbandonando i pregiudizi e le accuse del passato. Ho risposto al Cardinale manifestando
l’importanza storica della sua riflessione ed auspicando l’avvio di un fecondo dialogo che
per i massoni è sempre stato alla base di ogni serena, pacifica, civile e necessaria
convivenza.
Sono sempre più convinto che il cardinale abbia avuto un grande coraggio nel riflettere,
senza pregiudizi, sulla Massoneria. E noi, pur mantenendo ferma la nostra identità e il
rifiuto di ogni dogma, non possiamo non avere altrettanto coraggio cercando un dialogo
fra forze che operano per il Bene comune. La Libera Muratoria non è contraria alla
Chiesa, rispetta tutte le Religioni e il credo dei propri iscritti.
Non è più tempo di aprioristiche divisioni e non è più tempo di crociate e inquisizioni
contro niente e nessuno. Oggi, le Istituzioni spirituali e laiche, devono unirsi, lottare
insieme per sconfiggere il terrorismo e i fanatici spacciatori di odio e di morte che
vogliono seminare distruzione e paura in Europa e in altre parti del Mondo. Gli uomini
invece devono rispettare tutti gli uomini, e garantire i diritti di tutti. A partire da quello
alla vita e ad un’esistenza degna per qualsiasi essere umano. E gli uomini devono
rispettare i diritti della Terra, salvaguardandola ed amandola come una madre, e senza
saccheggiarne le risorse come è stato fatto da troppo tempo.
Noi liberi muratori, siamo consapevoli di avere gli stessi diritti degli altri uomini ma
anche più doveri rispetto ad essi. Ecco perché abbiamo scelto questo impegnativo tema
quest’anno come titolo dei Lavori della Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia-Palazzo
Giustiniani. È quanto di più attuale, di più sublime, ma anche di più problematico allo
stesso tempo si possa discutere e mettere in pratica. I Doveri dell’Uomo e i Diritti della
Terra sono strettamente legati. Sono qualcosa che riguardano tutti noi, tutta l’Umanità,
e che dobbiamo sentire vivi e pulsanti dentro di noi.
Doveri e Diritti che dobbiamo avere veramente a cuore, che dobbiamo perseguire con
forza e vigore, che dobbiamo attuare e difendere: da quelli civili e politici, a quelli
economici, sociali, al lavoro, all’istruzione, al diritto alla salute, fino a quello della Vita.
Doveri e Diritti che sembrano scontati e che invece ancora oggi sono spesso oscurati
dalle nebbie della Ragione.
Ci sono tanti report dell’Onu, dell’Unicef, di Amnesty, e di altri organismi internazionali
che parlano purtroppo in modo sin troppo crudo e che ci devono fare riflettere ed agire
senza zone d’ombra per ripristinare il Bene dell’Uomo dove manca del tutto o in parte. A
partire dai diritti dell’infanzia. Bambini e bambine, per esempio, nel mondo, sono violati
nell’età più bella dal turpe fenomeno dell’arruolamento per farne dei soldati bambini. I
conflitti armati condotti da forze ribelli o da milizie governative li costringono a
combattere, a portare rifornimenti, a fare da scudi umani. Tutti abbiamo visto anche le
immagini scioccanti di bambini che imbracciano delle armi e sparano uccidendo in nome
dell’Isis. L’Umanità non deve e non può consentire che si servano di essi per far passare
tali messaggi disumani e angoscianti.
C’è anche l’altra piaga mondiale dello sfruttamento del lavoro minorile e quella ancora
più abietta dell’abuso dei minori a scopo sessuale. Crimini orrendi che ci devono fare
riflettere, indignare e soprattutto costruire in tempi non biblici un domani migliore per
tutta la gioventù del mondo. Così come, e qui, i numeri sono drammaticamente
esponenziali come un pozzo senza fondo che finisce nelle viscere della Terra, non
possiamo non pensare a quei milioni e milioni di esseri che tutt’ora patiscono la fame e
la sete. Che muoiono per denutrizione e malattie.
Ma in tema di diritti da assicurare, la mente di ogni uomo non può più ignorare, e la
coscienza dei capi di stato non può non illuminarsi, di fronte alla sempre più drammatica
questione dei rifugiati. Una vicenda che, lontana dal trovare una seria ed umana
soluzione condivisa, vede una moltitudine impegnata ancora a parlare solo e soltanto di
quote, come si faceva anni fa con le famose quote latte. Peccato che si tratti di vite, di
bambini, di uomini e donne, Noi liberi muratori vogliamo una più umana considerazione.
Non ci sono ultimi della Terra, ma primi doveri nei confronti degli ultimi!
Così come dobbiamo avere tutti una maggiore e piena consapevolezza dei diritti della
Terra. Un grande e saggio capo pellerossa, in una toccante lettera indirizzata ad un
presidente americano, rispose così a chi gli chiedeva di vendere dietro compenso le
terre dei suoi avi: “Non è la Terra che appartiene all’Uomo, è l’Uomo che appartiene alla
Terra”.
Queste bellissime parole ci devono fare meditare su un altro grandissimo tema che
riguarda tutti noi e il futuro del Pianeta, a rischio per mano ed a opera dell’Uomo, un
essere capace di compiere straordinarie imprese ma anche inqualificabili follie.
Abbiamo sconvolto il sistema ecologico, il clima, inquinato fiumi e mari. E di fronte a
tutto questo, di fronte all’esplosione demografica di alcune zone del globo ed alla
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crescente richiesta di cibo che tante popolazioni non hanno, a discapito di altre che
sono meno affollate e più ricche, continuiamo ancora a pensare in modo egoistico e
cercando di fare solo gli interessi di alcuni popoli a discapito di altri.
No, carissimi fratelli, la Massoneria è Universale come la Terra e deve riunire ciò che è
sparso. Battersi per favorire prospettive di crescita che possono coniugare le esigenze
della Terra e quelle dell’Uomo, cancellando tante ingiustizie e iniquità che mettono a
rischio tutti i possibili futuri del Mondo.
Potrà dirsi, oggi più che mai, veramente saggio l’Uomo che si renderà protagonista di un
tale sviluppo per l’Umanità. Noi massoni, abbiamo le capacità e le forze per farlo, grazie
all’interminabile catena d’amore e solidarietà che la Libera Muratoria è in grado di
sollevare in qualsiasi momento, al contrario degli odiosi muri dell’odio e della
separazione, in ogni angolo della superficie terrestre. Con orgoglio e responsabilità
gridiamolo orgogliosamente a tutti: La Massoneria e’ Vita ed è bellezza. E’ emozione.
Dove c’è un massone, anche un solo massone, c’è sempre un difensore del diritto ed
una fondata speranza di lavorare sempre per una causa giusta.
E i liberi muratori per fortuna sono tanti e decisi nella loro Arte Reale. Hanno braccia
solide e la nobile dignità impressa nelle facce dei marinai di Fabrizio De Andrè, in
quell’autentico capolavoro degli anni Ottanta che è la canzone “Creuza De Ma”, che
significa “Vicolo di mare”. Essi partono da quei vicoli, navigano, pescano e fanno ritorno
a casa. Sono diversi ma affratellati da usi, ritmi, gesti, vocaboli che si sono miscelati e
uniformati. Dalle coste del Nord Africa, a quelle balcaniche, elleniche e mediorientali, le
città di mare che si affacciano sul Mediterraneo hanno culture e porti diversi ma in esse
batte uno stesso cuore antico ed universale. Unico e coraggioso come quello della Libera
Muratoria e della sua necessaria, ed ineguagliabile Tradizione.
Noi liberi muratori siamo come le Farfalle, abbiamo due ali, quella della passione e quella
della ragione. Voliamo, come le Farfalle, con Forza, Coraggio e rinnovato Vigore.